Chimica Fine

Caso Fipronil: fondamentale l’uso di prodotti testati e autorizzati

Secondo il professor Antonio Camarda, docente presso l’Università di Bari ed esperto di patologie aviarie, “solo i prodotti autorizzati non contaminano le uova”.

“Nessun allarmismo sul caso uova contaminate. Certo è che l’allevatore ha l’obbligo di garantire il consumatore utilizzando solo prodotti consigliati dal proprio veterinario che non rilascino agenti chimici sulle uova”, afferma il professor Antonio Camarda docente presso l’Università di Bari ed esperto di patologie aviarie .”Il pidocchio rosso è un parassita difficile da controllare che può provocare la morte della gallina ovaiola e dunque una perdita enorme per il produttore ma questo non autorizza – come nel caso del Belgio – a sofisticare antiparassitari per ottenere un risultato tanto più rapido quanto più incerto sulla salute dell’uomo”.
Solo l’utilizzo di prodotti testati garantisce il controllo di Dermanyssus gallinae e non la contaminazione delle uova con sostanze – come il Fipronil mai autorizzato per uso zootecnico – di cui non si conoscono ancora gli effetti sull’uomo. Esistono in commercio antiparassitari efficaci e innovativi, di nuova generazione, che garantiscono sia l’allevatore che il consumatore. Nessuna psicosi dunque. Mangiare uova sane è possibile. I prodotti in commercio non sono tutti uguali. Ecco perché è sempre bene affidarsi agli esperti.”
L’Italia è un Paese esportatore di uova, quindi le uova comprate in Italia, salvo possibili rarissime eccezioni, sono prodotte nel nostro Paese. La nostra penisola, infatti, secondo la Coldiretti è autosufficiente per quanto riguarda la produzione di uova e il relativo consumo: ne produce quasi 13 miliardi l’anno. Se ci si affida all’acquisto a “chilometro 0” queste situazioni non si verificano o, comunque, sarebbero decisamente più contenute.

I prodotti derivati o trasformati
Il Codacons è intervenuto chiedendo che Ministero della salute e Nas si attivino da subito per accertare che uova contaminate dal fipronil non siano finite sulle tavole degli italiani, nemmeno attraverso prodotti trasformati. “Le istituzioni hanno assicurato che non risultano distribuite in Italia le uova contaminate con fipronil, ma il Ministero può affermare con altrettanta sicurezza che le uova all’insetticida non siano state utilizzate per prodotti lavorati venduti nel nostro Paese?”, si domanda il presidente Carlo Rienzi. “Ad oggi non esiste la possibilità di conoscere l’origine delle uova usate per i prodotti derivati, come pasta, biscotti, dolci, maionese, salse, panini dolci, ecc”.
In tal senso il Ministero sta disponendo, attraverso i Nas, controlli capillari sul territorio, verificando l’assenza del fipronil nei prodotti alimentari trasformati e bloccando l’ingresso in Italia di alimenti che potrebbero essere stati realizzati con uova a rischio provenienti da altri Paesi.
Meglio quindi, al momento, acquistare uova italiane. Per esserne certi è importante leggere bene l’etichetta che riporta la sigla del Paese dove sono state prodotte le uova.

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